L'antica cattedrale di San Bartolomeo

La chiesa Cattedrale di Bojano ha origini antichissime. Bojano era già diocesi nel 501 d.C. e aveva il suo vescovo di nome Lorenzo. Le prime notizie riguardanti l'attuale edificio religioso risalgono al 1073 quando, secondo la maggior parte degli storici, Rodolfo de Moulins, conte di Bojano, lo restaurò e decorò. L'abside nella cripta, rinvenuto alla luce durante i lavori di restauro del 1996, è in stato di buona conservazione ed è del 1073. Nel 1117 la chiesa subì gravissimi danni. Dopo anni di lavoro l'8 maggio 1215 l'edificio venne nuovamente consacrato dal vescovo Poliziano. Nel 1239 venne costruito il portale ad opera del vescovo Giovanni. 
Le testimonianze architettoniche di questo periodo sono conservate e ben visibili nella parete esterna sud-est della chiesa. Il terremoto del 1456 distrusse quasi per intero l'antica cattedrale. Essa fu ricostruita ad opera del vescovo Silvio Pandone intorno al 1513. Con il terremoto del 26 luglio 1805 l'edificio ancora una volta fu quasi totalmente distrutto e subito ricostruito ad opera del vescovo Rossetti. Nel 1927 fu trasferita la cattedra del Vescovo a Campobasso e la Cattedrale di Bojano divenne "antica Cattedrale". Nel 1930 e negli anni successivi furono realizzati importanti lavori e la decorazione pittorica con affreschi nella volta a botte della navata centrale, nella cupola e nel presbiterio ad opera dell'artista Romeo Musa.

Durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale nel 1943, l'edificio venne fortemente rovinato, si salvarono il presbiterio e il campanile. Tutti gli affreschi andarono in rovina. La chiesa fu ricostruita nelle parti andate distrutte e riconsacrata dal vescovo Alberto Carinci nel 1948. Nel 1994 sono stati realizzati una serie di lavori di consolidamento e di restauro all'esterno e al tetto. E' stato effettuato uno scavo sotto l'attuale presbiterio e sono tornate alla luce l'antica abside della chiesa del periodo normanno (1073) e una seconda abside di epoca successiva sovrapposta alla prima. Testimone di storia, cultura, fede. L'edificio dell'antica cattedrale abbraccia un periodo di storia di oltre duemila anni. Nel campanile sono inserite pietre di notevoli dimensioni risalenti con molta probabilità al periodo sannita. Bojano è stata infatti anche capitale del Sannio Pentro. Vi sono epigrafi con iscrizioni di epoca romana, Bojano è stata Municipio romano. Sul lato sud-est, incastonati nel muro, vi sono dei plutei del sec. IX, formelle con sculture del sec. XIII. 
 
portaleDello stesso periodo sono il portale a forma ogivale e il rosone. Sul lato nord-est vi sono tredici "tommoli", misure di capacità di epoca medioevale. Un capitello di epoca longobarda secc. IX-X è stato collocato sotto l'edicola della statua della Madonna vicino ai "tommoli" (Bojano, nel periodo longobardo, è stata Gastaldato e successivamente Contea della famiglia De Moulins). Una epigrafe di epoca romana è murata al lato sinistro della porta di ingresso sul lato nord. Nell'atrio di ingresso della chiesa vi è un'arca sepolcrale di una nobile famiglia di Bojano con sopra una iscrizione del vescovo di Bojano, Silvio Pandone con mitra episcopale. del 1513. Nella navata destra vi sono: il trono del Crocifisso, le statue di Santa Lucia, di San Giuseppe, dei santi Cosma e Damiano, di Santa Teresina del Bambino Gesù, della Madonna del Carmine, di San Donato. Nella cappella della Madonna di Pompei vi sono: la statua di Gesù Risorto, la statua di San Michele Arcangelo e una tela della Vergine Maria Assunta in cielo del 1987, opera di Antonio Romano. Nella navata a sinistra, in fondo, è visibile, incastonata nella colonna che accede al campanile, una colonna con capitello di epoca medioevale. Fermate a parete vi sono alcune epigrafi dei vescovi, il pulpito in legno e il copri-battistero. Una bacheca in vetro contiene ceramiche (secc. IX-XV), suppellettili e un anello episcopale rinvenuti durante gli scavi interni nel 1996. 
 
 
vista interna Nelle nicchie sono collocate le statue di San Giovanni Bosco, di Sant'Anna, di Sant'Antonio di Padova. La cappella del Sacro Cuore, una volta cappella del Santissimo Sacramento, è il luogo a cui i papi in passato hanno concesso le indulgenze. All'ingresso vi è una epigrafe della Bolla di Papa Gregorio XIII del 1° ottobre 1578, con la quale si concedono le indulgenze per i defunti. L'altare policromo è del sec. XVIII. Al centro troneggia la statua del Sacro Cuore. Sulle pareti ci sono delle epigrafi e lo stemma del vescovo di Bojano, Carlo Carafa (1572). Sul lato sinistro, uscendo dalla cappella, vi è la statua dell'Addolorata e in fondo la cappella di San Bartolomeo, patrono della città di Bojano e dell'Arcidiocesi di Campobasso-Bojano.   La statua lignea, opera del Colombo, è del sec. XVIII. Sulla parete vi è una tela del 1983 raffigurante il martirio di San  Bartolomeo, opera di F. Caterina. La navata centrale porta all'altare maggiore, opera in marmo policromo del sec. XIX, su cui è posto il trono con la statua dell'Immacolata. Ai due lati sono posti due angeli. L'altare per la celebrazione è del 1996. La cattedra episcopale in legno lavorato è del 1910. Le vetrate istoriate, in alto, sono di Nobile De Grandis (1990). Nel presbiterio sono collocate due tele dell'artista molisano di San Massimo Raffaele Gioia, del 1793, raffiguranti la predicazione di San Bartolomeo nelle Indie e la conversione e il battesimo del re Polimnio. La balaustra è del sec. XVIII-XIX. In essa sono ben evidenti due stemmi (1818) del vescovo Nicola Rossetti. Sul lato a destra vi è il fonte battesimale del sec. XIII con due sculture significative: un bue antropomorfo e il volto di un uomo. In fondo alla chiesa, sulla cantoria, vi è l'organo a canne del 1959.    La sacrestia L'attuale sacrestia era la sala capitolare. E' stata restaurata nell'anno 2000. Nelle arcate vi sono i reliquiari contenenti le reliquie dei santi Cosma e Damiano, di Sant'Antonio di Padova, di San Giovanni Bosco, una reliquia della Santa Croce e di altri santi. Entrando, a sinistra, si può ammirare un armadio a muro in legno di noce, lungo m.4,36 e alto m.2,36, di gusto tardo cinquecento con due corpi e sedici sportelli. L'armadio veniva usato dai dodici canonici e dai quattro mansionari della cattedrale. 
L'opera risale con molta probabilità alla prima meta del XVII secolo. Sopra l'armadio sono collocati alcuni dipinti su tela, ultimamente restaurati e incorniciati, raffiguranti nell'ordine, da sinistra a destra: Papa Clemente X (1670-1676); Franciotto Orsini Vescovo (1519-1523); Antonio Graziano Vescovo (1666-1683); Papa Leone X (1513-1521); Domenicantonio Manfredi Vescovo (1738-1746); Domenico de Micillis Vescovo (1770-1774); Nicola Rossetti Vescovo (1774-1819); Giuseppe Riccardi Vescovo (1836-1854). Sulla parete di fronte spiccano la tela di Lorenzo Moffa Vescovo (1855-1862) e le fotografie dei vescovi: Anastasio La Terza Vescovo (1871-1879); Francesco Macarone Palmieri Vescovo (1879-1897); Felice Gianfelice Vescovo (1897-1916); Secondo Bologna Vescovo (1940-1943). In ordine sono poste le foto dei vescovi dopo il trasferimento della sede a Campobasso del 1927: Mons. Alberto Romita, Mons. Secondo Bologna, Mons. Alberto Carinci, Mons. Enzio d'Antonio, Mons. Pietro Santoro, Mons. Ettore di Filippo, Mons. Armando Dini. Sulla parete vi sono due grandi pergamene con i nomi della serie dei vescovi e dei parroci dell'antica cattedrale. A lato delle pergamene è esposto il sigillo dell'antica Curia di Bojano. In una cornice con vetro è conservato il cordone usato da S.Pio da Pietralcina e donato a Geppino Gentile, architetto progettista della Chiesa S.Maria delle Grazie in San Giovanni Rotondo, nel giugno 1960. Fissati a parete vi sono alcuni reperti: lo stemma episcopale del vescovo Riccardi, un copriacquasantiera recante la data del giubileo del 1750 e una pietra con la scritta latina: "Horreum mensae episcop. Fran.Ant. Giannonus Episco. Praesul. Sui A. II" ("Grano della mensa episcopale - Francesco Antonio Giannone Vescovo - Anno secondo del suo episcopato"). 

Sulla porta che immette nella cappella del S.Cuore è stato sistemato il grande crocifisso che era all'ingresso della chiesa e che venne rovinato dalle bombe della II Guerra Mondiale e in seguito restaurato e sistemato all'ingresso anteriore della sacrestia. In fondo alla sacrestia un armadio di grandi dimensioni accoglie parte dell'arredo liturgico usato dai vescovi. In un altro armadio, con vetrata anteriore, sono conservati i messali, i graduali, i breviari, i codici di diritto canonico, i libri liturgici e i registri parrocchiali di battesimo, di cresima, di matrimonio, di stato d'anime. Il primo registro di battesimo risale al 1582. E' conservata anche la bolla di Papa Pio IX, recentemente beatificato, che concede alla chiesa Cattedrale di Bojano particolare indulgenza plenaria: "...A tutti i fedeli cristiani veramente pentiti, che dopo essersi confessati e comunicati, avranno visitato devotamente la chiesa Cattedrale di Bojano, dedicata all'apostolo S. Bartolomeo, nella festività dell'Immacolata Vergine e Madre di Dio, nei nove giorni precedenti e nei sette giorni seguenti la festività avranno pregato per la concordia dei principi cristiani, per la sconfitta dell'eresia e per l'esaltazione della Santa Madre Chiesa, concediamo l'indulgenza plenaria una sola volta in uno dei giorni scelto da ogni fedele o nel giorno festivo dai vespri fino al tramonto del sole. Questo beneficio avrà validità anche per il futuro. Roma 30 gennaio 1865, undecimo anno del nostro pontificato. A nome del Cardinale Macchi, Giambattista Brancaleoni". 

Gli affreschi distrutti durante la II Guerra Mondiale L'antica cattedrale di Bojano venne ornata di affreschi aotto le volte della navata centrale nella cupola e nel presbiterio. L'incarico venne affidato all'artista Romeo Musa che tra la metà degli anni trenta e gli inizi degli anni quaranta del '900 portò a compimento l'opera. Le raffigurazioni pittoriche, di un certo pregio, oltre ad ornare gli spazi, rappresentavano motivi di catechesi visive per il popolo di Dio.
 
 
affresco vecchioDurante la II Guerra Mondiale, a seguito delle furiose incursioni degli aerei anglo-americani del 17 e 18 ottobre 1943, la cattedrale venne duramente colpita insieme ad alcune case circostanti. Le bombe causarono danni enormi. Rimasero illesi solo il presbiterio ed il campanile. All'ingresso della chiesa, a destra, vicino all'acquasantiera, il pavimento è rimasto avvallato a causa del tetto che vi crollò sopra, fenomeno riscontrato anche nell'altra navata in prossimità dell'altare di Sant'Antonio. Gli affreschi dell'artista Romeo Musa andarono in pezzi, altri si disfecero a causa delle infiltrazioni di acqua. Dopo la guerra iniziarono i lavori di ricostruzione muraria della chiesa e della facciata. Dopo i lavori di ricostruzione la cattedrale venne riconsacrata dal vescovo Alberto Carinci il 23 agosto 1948. Nel dopoguerra non fu più possibile decorare la chiesa come era un tempo, prima dei bombardamenti, ma quelle pitture rimasero fisse nella memoria dei bojanesi. I nuovi dipinti di Rodolfo Papa (2000-2003) Dal 1943 al 2000 la chiesa è rimasta spoglia, priva di dipinti. L'anno del Grande Giubileo del 2000 ha segnato una svolta. Il parroco don Angelo Spina, volendo dare non solo un aspetto decorativo nuovo, ma anche un percorso iconografico teologico-spirituale con le opere pittoriche da realizzare, a seguito dell'incontro con l'artista Rodolfo Papa, decise, con approvazione del Consiglio per gli affari economici della parrocchia, di iniziare i lavori di pittura su tela.   L'idea e l'incarico vennero accettati da Rodolfo Papa che subito diede inizio all'opera realizzando per primo il grande Crocifisso posto al centro dell'arco trionfale sopra l'altare della celebrazione e in seguito i Dodici Apostoli, le Tre Virtù Teologali, le Quattro Virtù Cardinali, il Giudizio Finale, San Pio da Pietralcina, Beata Madre Teresa di Calcutta, l'effusione dello Spirito Santo nella cupola e San Luca, San Marco, San Paolo, Santa Maria Maddalena nei quattro pennacchi. Tutto il ciclo pittorico iniziato nel mese di ottobre del 2000 è stato concluso nel mese di dicembre del 2003. La realizzazione delle opere pittoriche, tutte su tela, è stata possibile grazie alle offerte di singoli fedeli e del parroco. Nonostante il costo elevato dell'intera opera pittorica, non sono mancate la forza, la volontà e la generosità per portarla a compimento. .
 
 
criptaLa criptaLa cripta dell'antica Cattedrale di Bojano, a circa m.3,70 sotto il nuovo altare della celebrazione posto nel presbiterio, è venuta alla luce nel corso dei lavori di restauro all'interno della chiesa nel 1996. Il pavimento in vetro sul presbiterio, a forma di semicerchio, ne permette la veduta dall'alto. L'accesso è posto nella parte destra della balaustra al lato del fonte battesimale del XIII secolo. Scendendo sette scalini ci si trova di fronte all'abside dell'anno 1073, da cui sgorga una sorgente di acqua. I lavori del 1996-97, eseguiti per consolidare il portale antico e per riportare alla luce il basamento della chiesa originaria, misero bene in evidenza l'abside della chiesa, risalente verosimilmente al 1073 su cui poggia una seconda abside di periodo di poco successivo. In essa sono state rinvenute alcune tombe e una scritta di epoca recente di non facile interpretazione, nonché una sorgente d'acqua che proviene dal basso. Nel corso della celebrazione del Grande Giubileo del 2000, il parroco don Angelo Spina, unitamente al Consiglio per gli affari economici della parrocchia, a un comitato scientifico presieduto dall'architetto Oreste Muccilli e a persone sensibili e generose, ha promosso il recupero integrale e funzionale di un vero tesoro che l'antica cattedrale possiede, creando un percorso storico-teologico-spirituale-battesimale..
 
 

Il testo è stato tratto da: Abisso di luce, Angelo Spina, ed. Sinnos, Aprile 2004